L’assetto morfologico è caratterizzato dal susseguirsi di dossi (alto morfologico) e zone depresse (basso morfologico).
I primi sono costituiti prevalentemente da terreni sabbiosi e sabbioso‐limosi e sono la testimonianza delle varie fasi esondartici delle aste fluviali principali. Sono anche i siti topograficamente più alti, dove si è sviluppato l’edificato di Ceregnano e dei centri minori.
In particolare, sono bene evidenti e rispecchiano quanto detto il paleoalveo dell’Adigetto, che fa da confine amministrativo a NW. Importante è poi il dosso sul quale si sviluppa la sede ferroviaria nonché i centri di Ceregnano, Lama e Pezzoli, posto per buona parte a cavallo dello Scolo Toniolo e dal quale si sviluppano localmente dei ventagli di cono dovuti a rotte fluviali. Altro importante paleoalveo e quello sul quel s’è impostato l’attuale corso del Canalbianco e che si sviluppa da W a E, come per i precedenti, toccando il confine meridionale comunale.
L’intero territorio è poi “segnato” da una miriade di tracce fluviali certe o meno che risultato leggermente incassate o al massimo a raso con l’attuale piano campagna. Si tratta di forme legate sempre all’azione di rotta e di divagazione passata, ma che l’attività antropica ha manomesso tanto da essere individuabili ormai sola da fotografia aerea.
Per quanto riguarda le zone depresse, le principali si trovano in posizione intra‐dosso. Basti pensare a quella tra l’Adigetto e il dosso centrale citato, la quale occupa la porzione settentrionale del comune di Ceregnano.
Oppure quella tra il dosso mediano e quello del Canalbianco. Sono zone di bassa energia deposizionale, dove i terreni sono prevalentemente coesivi, argilloso‐limosi, e dove non mancano più o meno estese formazioni torbose, sia in superficie che sub corticali.
La presenza di sedimenti alluvionali fluviali e la loro reciproca geometria deposizionale condiziona l’intero sistema idrogeologico entro cui ricade il Comune di Ceregnano.
Nello specifico, seppur in sintesi, si possono individuare due domini idrologici:
dominio superficiale: formato dai corsi d’acqua e dai canali, grandi o piccoli, artificiali/consorziali.
dominio sotterraneo: costituito dal susseguirsi verticale e/o laterale di corpi impermeabili che suddividono e
caratterizzano i corpi più permeabili, sede degli acquiferi locali.
L’idrografia principale presente nel territorio comunale è caratterizzata dai seguenti corsi d’acqua, partendo da Nord:
Adigetto: tocca il Comune e ne fa da confine settentrionale da Buo a Canale.
Scolo Ramostorto: si sviluppa sub‐parallelamente all’andamento della sede ferroviaria, occupando la porzione centro settentrionale del Comune, limitando a Nord il dosso sabbioso.
Scolo Boniolo: ha pressoché lo stesso andamento del precedente, ma a Sud del dosso dell’edificato. Si pone tra la ferrovia e il Canalbianco.
Canalbianco: si sviluppa anch’esso in direzione W‐E e occupa la parte meridionale del territorio.
Collettore Padano‐Polesano: interessa il territorio nella porzione più a sud, tra Ponte Tacchetti e l’Idrovora Motta.
Esiste, poi un’idrografia secondaria costituita da una rete di canalelle e scoline per la bonifica e l’irrigazione che svolgono azione di drenaggio od alimentante a seconda dei carichi idraulici stagionali o di rilascio antropico.
La zona di Ceregnano si inserisce in una struttura idrogeologica che presenta una falda indifferenziata superficiale e freatica, poco profonda, e da una successione di acquiferi differenziati più o meno continui e potenzialmente ricchi d’acqua.
Caratteri naturalistici
Sotto il profilo naturalistico‐ambientale la struttura del territorio comunale si presenta semplificata: l’elevata estensione dei seminativi, infatti, caratterizza ampie superfici a monocoltura con riduzione degli elementi di pregio caratteristici della campagna veneta.
Nel Comune, tuttavia, sono ancora presenti alcuni elementi vegetazionali (filari, broli, boschetti), morfologici ed
idrologici (sistemazioni idraulico‐agrarie, specchi d’acqua, maceri, scoli, terragli e golene), storico‐archeologici
(paleoalvei), tutti aventi una certa rilevanza ambientale ed ecologica.
La diversa valenza ambientale riscontrata nel territorio comunale, permette di individuare due tipologie di paesaggi:
quella a ridosso dei principali corsi d’acqua e quella tipica della agricoltura di tipo estensivo, interrotta da alcuni
elementi a verde anche con caratteristiche di pregio.
Sotto il profilo paesaggistico il territorio comunale presenta, altresì, altri elementi significativi quali le siepi campestri, i
filari di salice con viti a festone.
Interessanti e bisognosi di approfondimenti sono il fitto reticolo di strade bianche ed arginali diffuse sul territorio, che
offrono visuali e paesaggi caratteristici della pianura polesana.
Si precisa che il territorio di Ceregnano non è interessato da SIC – Siti di Importanza Comunitaria o ZPS – Zone di
protezione speciale della Rete Natura 2000 nel Veneto.
caratteri del paesaggio agrario
Allontanandosi dai centri abitati e dalle vie di comunicazione principali si ha modo di riscoprire alcuni scorci rurali che
per una parte hanno mantenuto le caratteristiche originarie, è possibile infatti ritrovare alcuni borghi od alcune casate
tipiche. Il territorio presenta una coltivazione per la maggior parte a colture di tipo estensivo, solo in alcuni piccoli
ambiti sono presenti coltivazioni del tipo specializzato arboreo, che vanno ad integrare l’economia aziendale, ma che non si rinvengono particolari specializzazioni sul territorio, in alcuni casi le colture specializzate possono
essere di tipo estensivo ma a carattere industriale.
Per quanto riguarda gli allevamenti, il territorio ha subito un forte decremento di presenze negli ultimi anni, limitando
gli insediamenti ad un unico centro di allevamento e di riproduzione suino presente in corrispondenza dell’azienda
agricola “Sasse Rami” di Veneto Agricoltura; è presente un allevamento per la produzione di avicoli, mentre la
presenza di bovini risulta essersi contratta ai soli animali allevati in modo “casalingo”.
Il territorio agricolo risulta per la maggior parte irriguo, i sistemi di distribuzione utilizzati consistono in genere in
impianti non fissi che permettono una irrigazione per aspersione a pioggia, la disponibilità irrigua risulta essere buona
data la presenza dei due importanti corsi d’acqua come il Canal Bianco ed il Collettore Padano.
I terreni presenti sul territorio sono per buona parte del tipo a medio impasto, con tendenze verso il terreno argilloso,
tale granulometria assicura terreni con buone caratteristiche produttive, anche se problematici alle lavorazioni in alcune
occasioni
caratteri degli insediamenti storici e delle dinamiche insediative
Nei primi vent’anni del secolo si assistette ad un aumento demografico e durante il governo prefettizio del 1915‐18
vennero attuate migliorie: si passa da 2477 abitanti a 3236 e si rinnova l’arredo urbano e luce elettrica oltre
all’istituzione di un mercato settimanale.
Tra 1919 e 1920 vennero stipulati i patti agrari segno del raggiungimento di una pace sociale invidiabile rispetto al resto del Polesine.
Durante il periodo fascista si avvia l’ultima decisa evoluzione urbanistica grazie al podestà Vincenzo Avezzù che
agevolò la costruzione dello zuccherificio di Lama e di viale Eridania a ridosso delle case degli operai e la costruzione
di nuove scuole ed edifici (1934) oltre al miglioramento dei servizi offerti dal centro.
Nel 1928 vennero annessi Lama, Pezzoli, Stellà e Aserile e con questa data si giunge alla definizione dell’attuale configurazione del territorio comunale.
La relazione si può avvalere di cartografie già pubblicate, o di specifici elaborati cartografici, sempre comunque in
rapporto all’entità e all’impegno dell’opera.
Ceregnano subì un grosso bombardamento nel 1945 ma dopo tre anni fu completata la ricostruzione;
Lama e Pezzoli divennero parrocchie e continuarono le migliorie.
Nel 1951 la popolazione contava più di 6000 abitanti. Si iniziarono a sfruttare i giacimenti metaniferi ma l’attività
estrattiva provocò alti tassi di salsedine nel Canal Bianco che crearono grossi problemi sia allo zuccherificio sia alla
popolazione e al bestiame che beveva l’acqua nelle zone dove non c’era ancora l’acquedotto.
Negli anni ’60 si scoprì che l’estrazione era causa del fenomeno del bradisismo e fu perciò proibita.
Si asfaltano le strade iniziando da quelle più importanti; si amplia la rete dell'acquedotto, dell'energia elettrica, del
telefono.
Con la meccanizzazione delle campagne si riduce, sino alla totale odierna scomparsa, l'arativo arborato vitato;
vengono interrate scoline e cavedagne.
Dal 1950 al 1970 si assistette ad un calo demografico e ad una differenziazione lavorativa, diminuirono di un terzo gli
occupati in agricoltura.
Il comune di Ceregnano, all’interno del preoccupante panorama socio‐economico è comunque caratterizzato da aspetti assolutamente contradditori: servizi pubblici e privati, posti di lavoro, opifici, occupazione, edilizia abitativa e viabilità.
Forte è la presenza di diplomati e laureati, ma si vuole far sì che il grado di scolarità aumenti, questo aiuterà il paese a
crescere e a migliorare il proprio futuro.
Esiste un forte associazionismo che opera nei più svariati campi sportivi, culturali, ricreativi ed umanitari, ma sarebbe
auspicabile una maggior coesione.
Nei momenti nei quali c’è stata maggior collaborazione fra le associazioni, alta è stata la coesione sociale fra i cittadini e alta è stata la qualità del risultato.
Le persone dei paesi vicini hanno apprezzato
questi momenti di unità e lavoro comune e questo ha gratificato chi in Ceregnano crede nel valore delle cose fatte
insieme. Un paese che riconosce la propria identità, ma che è aperto al mondo, lavora per sé e per gli altri e può crearsi
le basi per un futuro migliore.
Territorio di Ceregnano