L'azienda agricola Stellà si colloca in una zona caratterizzata da un paesaggio agrario tipico della pianura padana.
Gli insediamenti umani composti da nuclei abitativi, collocati parallelamente lungo l’argine del Canal Bianco con terreni coltivati e costituenti l’attività economica principale, che attualmente, non essendo mai stati oggetti di ristrutturazione, risultano quasi tutti in forte degrado, e ciò è dovuto dalla migrazione degli abitanti verso i centri cittadini con conseguente abbandono dell’attività agricola.
Oltre a ciò la meccanizzazione e lo sviluppo della zootecnia ha fatto si che la richiesta di forza lavoro umana subisse un crollo e così pure il cambiamento delle abitudini alimentari (ne è l’esempio l’abbandono dell’allevamento dei colombi in fabbricati appositamente progettati a tale scopo).
La tenuta Stellà ristrutturata con l'aiuto del PNRR finanziato dall'Unione Europea - NextGenerationEU, è un classico esempio di centro per attività agricola.
Dal Quattrocento al Cinquecento, le barchesse e le colombare si sono affermate e consolidate come elementi caratterizzanti del paesaggio rurale del Veneto diventando parti integranti della «Civiltà delle Ville». Da semplici fabbricati rurali quattrocenteschi, dislocati casualmente nelle campagne, questi manufatti si sono trasformati sino ad assurgere ad eleganti componenti delle residenze di campagna cinquecentesche dei patrizi veneziani e dei nobili di terraferma.
Nel Quattrocento, infatti, non esisteva ancora una tipologia di architettura rurale privata motivo per cui sia la barchessa che la colombara, spesso derivanti da preesistenze riadattate, si presentavano distaccate, non completamente integrate tra loro e prive di ornamenti.
Le ville venete, oltre a definire per secoli il sistema territoriale e paesaggistico della regione, assumono un’importante funzione economica legata allo stretto legame con l’agricoltura.
Da secoli esperti in ogni tipo di navigazione, i veneziani vedevano nel trasporto fluviale il collegamento più rapido ed economico in quanto, oltre a connettere ogni città e villaggio dell’entroterra a Venezia, permetteva l’approvvigionamento alimentare e il trasferimento dei materiali e delle merci necessarie al funzionamento della capitale: prima che lungo le strade, lungo le rive dei fiumi cominciano a sorgere le ville, quasi capisaldi della nuova strutturazione territoriale, collegate a Venezia tramite la stessa tipologia di trasporto utilizzata per raggiungere i palazzi della capitale.
In questo nuovo clima si andava definendo la Civiltà delle Ville Venete in cui, anche tramite l’architettura, si manifesta la sicurezza garantita da Venezia ai territori sottoposti al suo dominio.
La maglia insediativa del Veneto è stata caratterizzata da villaggi sparsi, da borghi raggruppati di diversa origine e funzione o da fattorie e case coloniche isolate. La «costruzione della campagna» avvenne grazie al coinvolgimento di tutte le strutture insediative del territorio: gli elementi elaborati dalla civiltà urbana concorsero, insieme ai modelli della tradizionale rurale, alle strutture della società feudale e all’organizzazione territoriale romana.
Nel corso del Quattrocento e del Cinquecento il modo d’abitare prevalente era l’insediamento sparso, inizialmente definito da edifici rurali posti tra i campi isorientati secondo la vestigia dell’antica centuriazione romana, successivamente caratterizzato dalla diffusione della villa, la tipologia architettonica che maggiormente incise nella trasformazione del paesaggio agrario di quei secoli. Anche se le ville rappresentavano un cambiamento il loro sviluppo fu fortemente condizionato dalle preesistenze, tanto che spesso le strutture venivano costruite ex novo riproponendo antichi elementi o sistemi costruttivi oppure si innestavano modificando i precedenti organismi edilizi presenti nel sito.
La barchessa e la colombara sono forme d’insediamento agricolo tipiche delle campagne venete, apparvero per secoli sparse nel territorio fino ad essere nobilitate nella fusione cinquecentesca della parte rurale con l’edificio padronale in un solo complesso architettonico.
Grazie a questa unione tipicamente veneta, i manufatti rurali divennero forme architettoniche di elevata fattura: il loro aspetto e il loro stile fu interamente trasformato rispetto a quello dei secoli precedenti.
Va ricordato che l’equilibrio tra casa padronale e fabbricati con funzioni agricole gettò le sue fondamenta già durante il Quattrocento.
Tenuta Stellà:
Articolata un tempo da numerose corti da lavoro, al cui interno sorgeva probabilmente anche Casa Passarella; Vi sono testimonianze dell'esistenza della tenuta dal XVI secolo mentre al periodo del XV secolo risale la colombara; La tenuta ora di ettari 43 era in origine superiore ai 100 ettari.
Nell'Ottocento da il nome a uno dei quattro consorzi di bonifica tra i quali risulta diviso il Comune di Ceregnano.
Attualmente la tenuta si compone della casa padronale e di un edificio situato a est, in origine granaio e cantina e di un edificio
posto a ovest, originalmente adibito a stalla e ricovero attrezzi che purtroppo nel novembre 2023 è crollato.
Casa padronale:
Ha subito numerose modifiche nel corso degli anni, ed è il risultato della fusione di una grande abitazione con un' altro edificio, il risultato prima del restauro attuale era di evidente degrado ed era derivato da modifiche intervenute tra il XIX e XX secolo.
La casa è su tre piani, l'ultimo dei quali presenta una copertura a padiglione; La parte piu' antica e priva di elementi architettonici di riguardo, destinata a varie unità abitative.
Barchessa granaio:
Posto a est rispetto alla casa è disposto su tre piani, archi a tutto sesto e lesene che ritmano le arcate, con le finestre poste all'ultimo piano ne danno una configurazione armonica ed è a tutt'oggi in attesa di restauro.
Torre colombara:
Presumibilmente edificata nel XV secolo, presenta quattro piani, finestre quadrate e copertura a padiglione di piu' recente realizzazione ha al suo interno una scala in legno e conserva ancora le celle dove dimoravano i colombi.
Di seguito alcune disegni di mappe catastali che ne testimoniano l'esistenza dal 1593 prima proprietaria famiglia Foscarini di Venezia conservate al museo Correr di Venezia:
XVI 1563 Castagnaro_canal Bianco_Stellà_Pizzuli_Mezzana e Sonna
Sec XVI anno 1593 disegno prop Foscarini_Lippomano_Zorzi
Sec. XVIII 1768 Adria_Stellà_Beni Barbarigo
Sec. XVIII 1771 Cona(Venezia)_Stellà_Beni_Franceschina Lippamano